25 Juli 2024

La parola a…

STEFANIA SACCARDI – VICEPRESIDENTE E ASSESSORA ALL’AGROALIMENTARE DELLA REGIONE TOSCANA
  • Vicepresidente, partiamo dalla notizia di attualità di qualche giorno fa sull’integrazione dei fondi per la promozione delle eccellenze agroalimentari della regione Toscana. Può farci un quadro sulla valenza strategica che tipicità e qualità hanno per l’economia della sua regione?

Quando parliamo di tipicità e qualità toscane parliamo di prodotti di eccellenza, prodotti complessi perché contengono valori materiali e immateriali. Perché in Toscana l’agricoltura, con il suo tessuto di strutture medio-piccola e a conduzione familiare, non è solo un patrimonio economico: è anche attenzione all’ambiente, al paesaggio, alla memoria e all’identità culturale delle popolazioni locali. Con l’integrazione dei fondi dunque, da un lato miglioriamo la posizione degli agricoltori nella catena di valore, promuoviamo le politiche dell’Unione europea in materia di alimentazione e salute affrontando temi come la produzione sostenibile di alimenti sani, la riduzione degli sprechi alimentari, il miglioramento del benessere degli animali; promuoviamo poi le caratteristiche dei prodotti di qualità alimentare con i relativi aspetti nutrizionali, l’etichettatura, la rintracciabilità e i metodi di produzione a basso impatto ambientale aumentando il grado di conoscenza e il consumo dei prodotti di qualità. Dall’altro lato miglioriamo la redditività delle imprese e la loro posizione nella catena del valore esportando il brand Toscana, che ha tutte le caratteristiche per imporsi sempre di più nei mercati mondiali.

  • In che cosa si traduce fattivamente per le aziende e per i produttori toscani questa misura?

Dopo l’integrazione delle risorse del bando che dai 6 milioni iniziali arrivano a sette milioni e mezzo rispondiamo alle numerose richieste inoltrate dagli operatori che possono accedere a un rimborso a fondo perduto del 70% per la realizzazione di iniziative di informazione e promozione dei regimi di qualità dell’Unione europea e sui sistemi di qualità nazionali e regionali realizzate da associazioni di produttori.

  • Nell’ambito dei prodotti di qualità, la regione Toscana è da sempre vocata alla produzione dei salumi. Che ruolo hanno i salumi a Indicazione Geografica in un territorio come il vostro dove il turismo, che rappresenta un asset fondamentale, è sempre più legato anche al cibo?

I salumi toscani rappresentano la cultura del buon vivere e del mangiare bene, sintetizzano il piacere della buona tavola e il gusto delle tradizioni e sono uno dei prodotti identitari della nostra regione sia in Italia che all’estero, uno dei nostri biglietti da visita. Per questo la produzione di salumi, che ha radici lontane, ha  mantenuto nel tempo la sua autenticità e gli artigiani e maestri salumieri di cui la Toscana è ricca, sono sempre pronti e in grado di misurarsi in nuove sfide, una delle quali è l’innovazione, per avere la garanzia di produrre ottimi salumi di qualità,  figli della tradizione artigianale ma in totale sicurezza alimentare, e nella sicurezza includo il contrasto alle imitazioni che per i nostri salumi sono sempre in agguato e ci impegnano a una continua e strenua tutela.

  • È dello scorso giugno la notizia del riconoscimento dell’indennità da MVS (malattia vescicolare suina) dei territori umbri e toscani. È stato un risultato ottenuto con un ampio lavoro di squadra, che ha coinvolto Istituzioni e operatori del settore. Ci piacerebbe chiudere con un suo commento a riguardo.

È stata una buonissima notizia che i nostri produttori attendevano da tempo e un traguardo raggiunto grazie ad un lavoro di squadra fra istituzioni e produttori. Dopo un lavoro di anni, fra Regione e Consorzi di tutela, che ha visto impegnati tecnici regionali dell’agricoltura e della sanità veterinaria e che ha comportato costanti contatti con gli uffici federali statunitensi, si riapre il mercato Usa, davvero molto promettente e da sempre molto attento ai sapori e alle tipicità della nostra Regione, anche ai salumi di bassa stagionatura, cioè quelli con meno di 400 giorni di affinamento fra cui appunto la Finocchiona IGP che tanto racconta della tradizione gastronomica toscana e che non poteva mancare sulle tavole di oltreoceano: di sicuro il suo ritorno riceverà l’accoglienza che merita. Abbiamo – insomma – ottenuto un esito che premia il valore del prodotto e riconosce l’importanza del mercato al quale adesso potrà finalmente rivolgersi, nel pieno rispetto delle normative, della garanzia di qualità e della sicurezza.

 

 

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